martedì 24 maggio 2016

Isis oggi - La geopolitica, le scelte della coalizione ed il futuro.

Nelle giornate di falsa primavera che alternano sole cocente a neve anche a livello del mare, sono sicuro che nelle vostre menti il tarlo pulsante che batte e che non vi lascia prender sonno di sera è:

Come siamo messi nella lotta allo stato islamico (barra) isis (barra) daesh (barra)?

Quello che segue è un breviario corollato da mie considerazioni, della situazione geopolitica dell'area a cavallo tra Siria ed Iraq, nella quale ormai da tempo, s'è instaurato il Califfato islamico.

Se credete di conoscere le basi della faccenda, proseguite con la lettura. Se ritenete insufficiente il vostro grado di conoscenza o volete approfondire meglio la questione prima di leggere le mie considerazioni, eccovi un video (lungo, ma fidatevi: non è affatto tempo sprecato) che vi spiega le origini dello stato islamico, con excursus precisi e dettagliati, utili per farvi capire come è stato possibile che in quelle zone governate da 2 stati sovrani, seppur fragili, lo stato è stato costretto ad abdicare ad una o più organizzazioni terroristiche, confederate con mamma-Califfato.

Domanda semplice: come stanno le cose oggi dal punto di vista geografico? Quali aree sono ancora in mano allo Stato Islamico?


credits to understandingwar.org
Quella che vedete è una carta geografica che ci illustra le zone di egemonia "nera" in cui lo Stato Islamico governa a tutti gli effetti, le zone non ostili all'Isis, le zone in cui sono in corso offensive militari Isis ed infine, le zone sotto il controllo delle milizie curde.

La carta che vi propongo genera una serie di considerazioni che, a mio parere, devono essere fatte per avere chiaro il quadro militare della zona. Quadro che, essendo riflesso delle intenzioni politiche internazionali, ci spiega cosa e come si sta comportando la coalizione internazionale, formatasi all'indomani degli attacchi di Parigi con l'obiettivo di estirpare lo Stato Islamico da quelle aree.

Ai "fan" della faccenda Stato Islamico sarà subito balzato agli occhi che al netto degli air-strike condotti dalla coalizione internazionale e dalla Russia, l'estensione territoriale nera non è cambiata poi di molto dal suo apice ad oggi. Lo Stato Islamico in effetti, a parte una serie di villaggi e piccole città in area Kurdistan iraqeno, resta "padrone" delle sue roccaforti (su tutte Raqqa in Siria e Mosul in Iraq) e delle maggiori città dell'Iraq del nord.

Certo: i bombardamenti russi hanno consentito la liberazione di Aleppo e di Palmira (nella quale alcuni giorni fa si è tenuto un concerto che potete vedere qui e che stride con le immagini di guerra a cui siamo abituati) che in passato hanno fatto da teatro ai video di propanda, ma fondamentalmente non c'è stato alcun tipo di variazione sensibile.

Ok e perchè?

I perchè sono tanti. Cercherò di riassumerli in breve:

  • La riconquista territoriale prevede che una volta cacciato l'invasore, in quelle aree si insedino forze militari atte al controllo dell'area riconquistata. Uomini che però mancano in quanto, come ben sappiamo, la coalizione ha escluso, strizzato l'occhio e poi escluso di nuovo, ogni azione di propri "scarponi sul terreno". Questa decisione ha implicato un nuovo tipo di strategia militare. Quale?

  • Resasi conto dell'effettiva presenza sul territorio di forze come l'esercito di liberazione iraqeno (nato come esercito regolare del nuovo Iraq post Saddam), dei Peshmerga della regione autonoma del Kurdistan iraqeno e di altri drappelli di uomini armati considerati "moderati" (...brivido lungo la schiena), ed in cambio di appoggio militare aereo e logistico, la coalizione ha stretto accordi con queste forze, trasformandole di fatto nel SUO vero e proprio esercito di fanteria necessario per combattere lo Stato Islamico negli scontri terreni e nel controllo delle aree riconquistate. Il numero esiguo di uomini a disposizione però, non ha consentito alla coalizione di intraprendere una vera e propria riconquista territoriale. Il focus è stato spostato sull'indebolimento strutturale del nemico che a sua volta, debole a causa delle perdite di uomini per motivi di guerra o per defezioni massicce di mercenari non più stipendiabili, ha preferito ritirarsi verso zone maggiormente presidiate, lasciando di fatto quasi spontaneamente villaggi e città lungo arterie "inutili", che oggi appaiono come vere e proprie città-deserte in cui non vi sono nè civili, nè forze di liberazione, nè uomini incappucciati.
Per questi moviti, sostanzialmente nulla è cambiato nell'area in termini di controllo ed egemonia geografica. Ma fermarsi a questo genere di analisi sarebbe un grosso errore. Vanno rilevati almeno altri 2 aspetti.

1) L'errore legato all'intervento militare in Iraq che ha causato il caos dal quale poi è emerso lo stato islamico, è stato in parte controbilanciato dall'effettiva riuscita della creazione di un esercito regolare iraqeno oggi INDISPENSABILE nella lotta contro lo Stato Islamico.

1.8 milioni di soldati attivi a cui vanno sommati almeno altri 2 milioni di "riservisti" fanno di quello iraqeno, uno degli eserciti militari più importanti dell'aerea a quasi completa disposizione delle forze armate americane, da utilizzare in missioni di alto grado di livello militare necessarie per combattere lo Stato Islamico in termini più sofisticati rispetto allo scambio di mitragliate da trincea a trincea. 

In prospettiva futura, la presenza di un esercito così importante addestrato e dislocato nell'aerea consente di immaginare uno stato come l'Iraq finalmente nuovo e pronto a voltar pagine dopo gli ultimi 40 anni almeno di conflitto continuo che ha messo in ginocchio una delle aree petrolifere più importanti dell'intero pianeta.

2) I curdi. Quando ho iniziato a documentarmi su chi fossero i curdi, sulle persecuzioni condotte contro questo che è il più grande popolo senza stato indipendente (anche se la regione del Kurdistan iraqeno rappresentava prima dell'avvento dell'Isis un luogo di pace dove l'esperimento sociale curdo si stava manifestando in tutta la sua bellezza (al costo della concessione dei diritti di estrazione petrolifera a compagnie americane)) e sul loro progetto sociale che stride totalmente con l'area nella quale vorrebbero realizzarlo, sono rimasto letteralmente senza parole. Un popolo con gli stessi ideali di libertà, di uguaglianza e di convivenza pacifica tra popoli razze ed etnie, apparantemente alla base di ogni stato europeo, che si batte per questi valori pur essendo a maggioranza islamica in un'area che vede istituzioni e regimi integralisti che riconoscono, ad esempio alle donne, meno diritti di un topo di fogna.

Un popolo che, contrariamente a quanto si possa pensare, non è supportato al 100% dalle nazioni della coalizione per via di un veto posto dal governo turco che di fatto ha impedito alla coalizione di fornire lo stesso genere di equipaggiamento militare fornito all'esercito di liberazione iraqeno.
Per via di questo veto il confronto sul terreno vede l'Isis forte delle armi e dei mezzi sottratti all'esercito iraqeno durante la conquista delle basi militari delle città conquistate, sommate alle armi di cui è riuscita a dotarsi grazie al traffico di petrolio, contro un esercito fatto di uomini e di donne dotato di AK-47 vecchi di 10-20 anni. Una lotta impari che nonostante ciò, i curdi stanno vincendo, al prezzo di decine di uomini e donne caduti sul campo.



Ma quindi sto Stato Islamico sta cadendo o no?

La questione è complicata. 6 mesi fa avrei puntato ogni mio denaro su un'azione risolutrice che si sarebbe dovuta maniferstare in primavera, condotta dalla coalizione, che avrebbe finalmente spazzato via ogni forma residua di califfato, ripristinando la normalità se non in entrambi gli stati, quantomeno in Iraq dove l'interlocutore politico esiste e tutto sommato è stato messo lì, attraverso libere elezioni, dalla stessa coalizione che oggi combatte il califfato.

Non è andata così e francamente non me ne so spiegare il motivo. 

***SPOILER QUARTA STAGIONE HOUSE OF CARDS*** Nel finale della quarta stagione della serie tv ormai cult in america ma non solo, il Presidente Underwood mostra come la strategia militare d'attacco rappresenti dal punto di vista elettorale un jolly per i candidati in carica "underdog" nei sondaggi elettorali. Un popolo al quale viene "somministrata" una guerra giusta si riconoscerà maggiormente nel generale a capo della guerra stessa che, al prezzo di spesso folli interventi, riuscirà a mantenere il proprio posto in capo al governo della sua nazione. ***FINE SPOILER***





Partendo da questa considerazione ed in vista di una serie di elezioni sia in Europa che in America, mi sarei aspettato l'intervento di cui sopra. Leader che mostrano i muscoli e portano come risultato delle proprie politiche estere, l'estirpamento della più grande minaccia globale dei tempi moderni al proprio.

Tuttavia ciò non è stato e la stessa Mosul (seconda città dell'Iraq) è tutt'ora nelle mani del Califfato che tuttavia, indebolito da azioni mirate come il bombardamento dei depositi di denaro, pare concentrato più su strategie di uscita dal territorio e di contaminazione di altre aree fragili dell'africa sahariana, piuttosto che sul mantenimento strenuo delle aeree in cui oggi è padrone indiscusso.

E quindi come andrà a finire la faccenda?

A mio modo di vedere non accadrà nulla di risolutivo finchè l'Europa e gli Stati Uniti si troveranno difronte un paese alleato come la Turchia che impone veti nei confronti di azioni militari serie per arare una volta per tutte il califfato. La guerra condotta in maniera strategica, fatta di bombardamenti alle infrastrutture del califfato, ai pozzi petroliferi dai quale estrae il petrolio con il quale si finanzia, dei depositi di denaro, dei tecnici che supportano azioni in cui vengono coinvolti esplosivi o prodotti chimici, dei mezzi con i quali lo Stato Islamico sposta le proprie pedine o i propri beni, non può portare ad una completa sconfitta del Califfato.

Erdogan continuerà ad imporre il problema curdo (PKK per la precisione) ad ogni tavolo di decisione, legando le mani di chi, e su questo credo di non sbagliarmi, vorrebbe davvero dare la spallata definitiva ad un baluardo spesso utilizzato come primo biglietto da visita per le opere di proselitismo che conducono i giovani delle banlieue francesi o belge ad aderire alla causa del Califfo attraverso attacchi terroristici nelle nostre capitali.


domenica 22 maggio 2016

EgyptAir MS408 - Ipotesi sulle cause dell'incidente

Sul volo EgyptAir MS408 caduto in mare qualche giorno fa, vorrei spendere 2 parole cercando di passare in rassegna le varie tesi ipotizzate dai media. 
Due premesse:
1) Questo post è il risultato di una Domenica senza Serie A.
2) Non sono nient'altro che un appassionato lettore di siti e forum legati all'aviazione civile. Quella che segue è una disquisizione che NON va presa come oro colato di un esperto. E' un semplice ragionamento a voce alta, anzi a dita sulla tastiera attivate. Mi raccomando non andate da vostro padre a dirgli "yomik dice che". Yomik non dice niente. Yomik prova a mettere gli elementi in fila, per quanto possibile.
Tesi:
  • a) esercitazione militare greco-egiziana finita male
  • b) bomba a bordo
  • c) guasto meccanico - cedimento strutturale
  • d) incendio a bordo con relativi sviluppi
  • e) missile terra-aria
a) il tema dell'esercitazione militare salta fuori ogni santa volta che la storia ci presenta un caso di incidente aereo. Dopo l'incidente di Ustica ormai "tutto lascia presagire che dietro l'incidente del volo blablabla" ci sia un'esercitazione militare o una guerra nei cieli con jet che usano l'aviazione civile come scudo da altri jet che sparano razzi aria-aria che finiscono per centrare l'obiettivo sbagliato. Visto l'elevato traffico di navi presenti in quell'aerea, di una esercitazione militare o di una guerra nei cieli (tra chi?) non ne saremmo dovuti venire a conoscenza da rumors proveniente da alcuni quartieri del Cairo. La probabilità che si sia verificato un evento simile, OGGI, in assenza delle scatole nere del volo, a mio giudizio non supera un 5% buttato lì senza nemmeno troppa convinzione.
b) Venerdì sera quasi tutte le testate giornalistiche erano allineate sull'ipotesi della bomba a bordo. Nelle stesse ore, gli elementi certi a disposizione, erano le due virate (90 gradi a sinistra e 360 a destra) compiute dal volo prima che se ne perdesse ogni tipo di contatto.
L'ipotesi della bomba a bordo, a mio modo di vedere, coccia parecchio con le virate registrate. Il 99% dei lettori di questo blog (compreso me) ignorano la dinamica del volo (shotout to MimmoT). Il che però non ci impedisce di provare ad immaginare la seguente scena:
Guardiamo l'Airbus A320 da questo punto di vista:
all'improvviso una bomba esplode nella parte sinistra della fusoliera. Mentre l'aereo continua ad avanzare (e continua ad avanzare) l'effetto dell'esplosione genera prima una virata a sinistra di 90 gradi (immaginate l'aereo che passa dalla posizione in foto ad una posizione in cui l'ala sinistra è perpendicolare al piano terrestre, per capirci) per poi avvitarsi a 360 gradi verso destra.
Ciò che non mi quadra (e ripeto: non è detto che possa quadrare tranquillamente ad un esperto di dinamica del volo) è perchè l'esplosione di una bomba possa portare ad una dinamica del genere. Se la bomba fosse "piccola" al punto da non causare l'esplosione e la frammentazione instantanea dell'intera fusoliera, allora non avrebbe senso la prima virata. Ma se la bomba fosse stata molto potente, beh non mi spiego la seconda virata in primis, ed in secundis l'assenza sui radar di un cospicuo numero di blip come accadde nel caso di Ustica quando i radar accesi (ahm....shoutout ai radar accesi e spacciati per spenti quella notte) rilevarono un numero elevatissimo di segnali nella zona dell'ultimo avvistamento radar del volo Itavia.
Volendo dare una probabilità a questo scenario, io, magari sbagliando tutto, non mi spingerei oltre il 20%.
c) Ciò che è importante sapere (e che mi lasciò di stucco quando mi fu detto da... ari-shoutout to MimmoT) è che una % vicina al 60% di tutti gli incidenti aerei è legata ad errori del pilota. Il restante 40% va suddiviso tra cedimenti meccanici e questioni metereologiche. (Ad esempio: lo sapevate che il 36% degli incidenti aerei degli USA avviene in Alaska proprio a causa delle avversità metereologiche legate a quell'area? Ecco ora lo sapete.)
Volendo tenerci larghi solo 2 voli su 10, tra quelli soggetti a sciagura, subiscono in volo cedimenti strutturali o avarie irreversibili. Già ma quali sono le avarie irreversibili e quali di queste s'incastrano con le 2 virate registrate?
Un aereo può perdere un'ala o parti di essa (l'estremità, l'alettone o l'ipersostentatore). Può subire il distacco di un motore dall'ala a causa del cedimento degli ancoraggi del case contenente il motore stesso. (E' successo in passato). Può perdere l'intero blocco IMPENNAGGIO o parti di esso (è successo anche questo in passato).
Quindi ci stai dicendo che potrebbe essere saltata 1 ala?
Diciamo che la prima virata ed il rollio successivo sarebbero coerenti con uno scenario del genere. Posizionatevi sempre in cima all'impennaggio ed immaginate il distacco dell'intera ala destra. L'ala sinistra punta verso il basso. I piloti provano a stabilizzare l'aereo ma non vi riescono. L'aereo si avvita sul suo lato debole e viene giù quasi come un mattone. Inoltre sappiamo che il motore sinistro dell'A320 è il motore preposto all'alimentazione dell'avionica, tra cui dunque, anche il sistema di trasponder utilizzato dall'aereo per comunicare sui radar delle torri di controllo, la propria posizione, la propria velocità e la propria altimetria. Saltato quello, niente più segnali di alcun genere su alcun radar. L'aereo, in gergo tecnico, va in modalità "lost in the echo".
Ad uno scenario del genere attribuirei un 35% di probabilità.
d) Nel forum di Airliners.net ha preso piede l'ipotesi dell'incendio a bordo che avrebbe potuto creare quella palla di fuoco di cui hanno parlato i capitani delle imbarcazioni presenti nell'aerea in cui l'aereo è volato nei suoi ultimi istanti di vita. Vi linko la quarta parte della discussione in cui si discute dell'autocombustione di una batteria a litio di un computer sia all'interno dell'aerea passeggeri, sia all'interno del cockpit.
Quest'ultima sub-ipotesi, ossia fuoco all'interno del cockpit, potrebbe aver causato il ko dei sistemi di autopiloting che, disattivati in maniera improvvisa, avrebbero consegnato l'aereo nelle "mani" (cloche o joystick) dei piloti.
I quali però, potrebbero essere svenuti per l'esalazione dei fumi di combustione. Guardate questo video e rendetevi conto in quanto tempo, un ambiente ristretto può diventare totalmente ostile alla presenza umana, partendo proprio da un pc alimentato da batteria al litio.
L'ipotesi in questione, a mio parere, merita le stesse probabilità del distacco dell'ala. Dunque 35%.
e) L'ipotesi missile terra-area è anch'essa un ipotesi molto remota per motivi abbastanza semplici: sia l'Egitto che la Libia (volendo allargare il ventaglio di paesi in cui operano gruppi terroristici interessati ad un attentato del genere) non annoverano organizzazioni terroristiche o paramilitari in possesso di armamenti simili. Ammettendo pure che qualche missile possa essere stato trafugato, lanciarlo richiede un team di "esperti" capaci di farlo, un lanciatore e la sicura volontà di rivendicare un fatto simile attraverso i media come atto di propaganda. Fatto che al momento, come di contra accadde nel caso del Metrojet apparantemente venuto giù a causa di una lattina contenente esplosivo
messa a bordo dai terroristi (ipotesi che non trova comunque la convergenza di tutti gli esperti del settore), è accaduto nelle 48 ore successive al disastro.Diamo, comunque a questo scenario, un 5% di probabilità per chiudere il cerchio.
In chiusura, sento di dovervi spiegare il senso di questo post. Che risultino corrette o meno le mie argomentazioni, ho scritto queste righe perchè l'intera stampa italiana si è riversata sull'ipotesi bomba troppo troppo in fretta, in assenza di segnali quantomeno probabili.
Il recupero delle scatole nere ci dirà cosa è successo a bordo e che si riveli vera o meno l'ipotesi della bomba, ciò che è certo è che chi si è schierato in queste ore ad assoluto favore di quest'ipotesi, non ha fatto altro che scommettere ad occhi chiusi su di essa.
Alle vittime di questa tragedia, chiedo metafisicamente perdono per aver "giocato" sulle cause della loro morte. Spero di averlo fatto senza recare offesa.

giovedì 12 maggio 2016

Quando la politica parla di religione (il peggior titolo della storia del blogging)

Oggi voglio parlare di religione.

E via...il 99% del mio audience si è andato a farsi benedire.... Non benedire in quel senso...Vabè lasciamo stare.

Poche ore fa il Parlamento italiano ha licenziato il DDL Cirinnà come legge di questo Stato. La copertura mediatica dedicata alle reazioni di quest'ultimo atto parlamentare in materia di estensione dei diritti, è stata dedicata perlopiù alle reazioni contrarie al DDL le quali hanno tuonato con i vari slogan del caso contro Renzi, la Cirinnà e chiunque sia stato coinvolto nel processo che ha portato il disegno di legge a diventare, da oggi, legge a tutti gli effetti.

C'è un aspetto delle reazioni contrarie al DDL di cui voglio parlarvi..

Nelle scorse settimane, come molti di voi già sapranno, si è costituito un "partito" chiamato "popolo della famiglia" (aka PDF) nato sull'onda del Family Day celebratosi a Roma qualche mese fa e che ha coinvolto qualche migliaio di persone e fortemente contrario al disegno di legge, tanto da chiedere oggi al Presidente della Repubblica Mattarella di non firmare la legge, "in quanto cattolico".

Capeggiati da super Marione Adinolfi, di cui abbiamo una diapositiva (cit.) mentre conclude il suo discorso al family day al grido di "Allah akbar" (satira! satira! satira!), codesto gruppo offre un approccio "cristiano" ai temi politici inerenti questioni morali, etiche e giuridiche. 

In breve:

- via la legge sull'aborto
- via la legge sul divorzio
- obiettori di coscienza ad ogni angolo delle strade col compito di far rinsavire donne incinte e possibilmente anche spacciatori/consumatori di droghe.
- via i diritti civili
- 500 euro al mese ad ogni madre per non ho capito bene quanto tempo

Se vivessi in un mondo in cui la comunicazione è precisa, fattuale e poco incline al baiting di ogni sorta, non nutrirei alcun timore per la presenza di un partito del genere.

Il punto è che post-elezioni, finanche se sti pidieffini saranno stati 4 gatti, grazie a qualche titolone o a qualche talk show televisivo da 4 soldi, passerà il messaggio che gli unici cristiani in politica sono loro e che dunque i loro ideali che cercano di politicizzare sottoponendosi al voto, sono il braccio "armato" della religione che incarnano.

E questo mi tilta...

Mi tilta perchè, contrariamente a quanto si possa pensare, tutto sommato credo di essere de facto un buon cattolico.

Non vado a messa tutte le domeniche, spesso non vado nemmeno nelle domeniche "clou", non conosco bene i testi sacri, non ho la fede che il parroco mi chiede, ma ogni santo giorno, ogni santissimo giorno, cerco di far qualcosa per il bene del prossimo e per il bene di questo pianeta.

Non voglio scendere nei particolari delle iniziative che sposo in parole ma soprattutto gesti, ma posso essere fiero di tutte le volte in cui, pensandoci, ai miei gesti corrisponde proprio quell'atto di buon senso, di condivisione, di miglioramento della condizione altrui in qualunque modo, che secondo me rappresenta il nocciolo della religione cattolica.

Agire in questo modo significa avere profondo rispetto per il prossimo. Il che passa attraverso il riconoscimento delle libertà individuali. Mi ritengo un buon cattolico SE NON TI NEGO la possibilità di chiudere con un matrimonio divenuto insensato e trovare un nuovo amore, di non mettere al mondo un bambino al quale non potresti dare il minimo delle possibilità, di evitare ai tuoi cari anni di inutili attenzioni se dopo un incidente di qualunque sorta ti ritrovi in un letto in condizioni di vegetale o se in una persona del tuo stesso sesso trovi la tua anima gemella.

Non credo di sbagliare in questo tipo di approccio. Perchè le mie non sono posizioni a favore o contro le singole questioni. Io lascio che sia tu a scegliere con quali regole giocare la tua vita. Chi sono io per dirti che la mia visione è quella corretta. Chi sei tu per dirmi che la mia visione è quella sbagliata. 

L'avvento di un movimento come il PDF, purtroppo, ha segnato in Italia la nascita di un dibattito in cui le posizioni potrebbero essere riassunte con dichiarazioni del tipo "ciò che Dio realmente dice è a b c", osteggiate da altre dichiarazioni del tipo "No, Dio dice d e f". L'aspetto di dottrina morale che tutto sommato poi è la religione stessa, andrà a farsi benedire trovando il 99% del mio audience andato via in apertura di post. E con esso assisterà allo show pensando al fatto che non serve poi così molto per far si che i soggetti della seguente foto, in realtà, rappresentino lo stesso male.