mercoledì 5 aprile 2017

Attacchi chimici in Siria - 2 parole senza complottismo nè macabre video-gallery

Le cose stanno così: nel primo pomeriggio di ieri si diffonde la notizia di un airstrike condotto dalle forze armate siriane o russe, nella periferia di Idlib (una delle più grandi città siriane, in mano alla fazione ribelle/terrorista/whatever). Uno dei tanti direte voi, in uno scenario di guerra. Anzi di polveriera.

No. Perchè pare che l'attacco sia stato condotto con armi chimiche, ossia missili contenenti agenti chimici letali per l'uomo.

Quando la tua Home di Facebook è infestata di immagini del genere e finanche la tua conoscente meno appassionata alle questioni geopolitiche, si preoccupa di lasciare il suo commento a riguardo, significa che qualcosa c'è ed è giusto indagare per capire cosa diavolo è successo.

Dunque...

Aspetta non me lo dire, stai per fare una premessa.

Si. La premessa che sto per fare a sto giro è anche il nocciolo della faccenda, per cui relax. Non vi dovreste sorbire 10+30 righe. Il discorso è unico.

Da "follower" esterno del conflitto siriano mi sono sempre preoccupato di cercare ed affinare le fonti dalle quali informarmi. Quando si vive a n-mila KM di distanza e si segue qualcosa che ha a che fare con la geopolitica, non puoi lasciare che Repubblica.it sia la tua unica fonte di notizie.

Costruire un ventaglio di fonti è la cosa più difficile ma farlo sarà fondamentale per capire i fatti, e soltanto quelli, che accadono volta per volta in un determinato angolo di mondo.

Il punto è che nel conflitto siriano NON esistono fonti "autorevoli" delle quali fidarsi. Non esistono organizzazioni come medici senza frontiere o emergency, in grado di spiegarti che cos'è il fenomeno dell'ebola in Sierra Leone e quali sono gli elementi geo-politici che hanno favorito a livello clinico, il diffondersi dell'epidemia, ad esempio.

Credetemi: anche organizzazioni come Raqqa is bein slaughtered silently, nell'ultimo periodo ha dato totalmente di matto, bagnando quasi ogni singolo post con opinioni.

Seee... ma come fai a dire che ci buttano dentro opinioni?

Non saprei spiegarvelo in maniera precisa. Diciamo che l'uso di particolari parole tende a farmi storcere il naso. Un fatto è un fatto, un numero altrettanto. Quando troppo spesso in quelle che sono flash news, i numeri vengono costantemente sostituiti da "tanto" "poco" "enorme" etc, la mia fiducia nell'oggettività di quella fonte, va a farsi benedire.

In Siria, qualunque sia la vostra fonte, state pur certi che questo tipo di informazioni o lanci d'agenzia, ha sostituito il vecchio e sano modo di fare informazione che si basa sull'assenza di coinvolgimento nella notizia stessa. X morti non sono tanti morti. Sono X morti e io X morti devo riportare. Altrimenti non ha senso. Poi è possibile che la conta sia errata. Ma dare un numero è una cosa. Dire "tanti" è un'altra.

Vabuò ma quindi Cnn, Al Jazeera e tutte le altre millemila testate come fanno a raccontare il conflitto?

Quello che sempre più si sta diffondendo è un metodo di racconto nuovo che si basa sull'ascolto delle 2 campane, qualunque esse siano.

Nel corso di questi mesi ho visto collegarsi via Skype con la CNN personaggi quantomeno dubbi legati all'esercito ribelle, all'esercito di Assad, alle fazioni estremiste nell'area oppure alla riproposizione di immagini prodotte da fazioni ben schierate, spesso schifate fino a qualche secondo prima.

Questo perchè in Siria è quasi impossibile mandare dei reporter che abbiano semaforo verde su qualunque spostamento necessario per effettuare un lavoro giornalistico degno di nota.

Un corrispondente da Damasco ha gli stessi identici problemi che ho io a reperire informazioni su un avvenimento che si verifica alla periferia di Idlib, con il problema aggiunto che entro tot ore deve essere partorito il servizio per il notiziario delle 6 e se altre testate dicono una cosa, non resta altro che genuflettersi al giornalismo "pappagallo" e ripetere con sempre meno dovizia di particolari, quanto viene detto dal collega affianco, collegato con lo studio di canale vattelappesca.

In questo modo ciò che va a farsi fottere è l'obiettività di un racconto.

Ok quindi l'attacco col gas non c'è stato? E le immagini?

Ecco da qui in poi vi prego di non credere che quella che sto per propinarvi è una tesi complottista.

Io, dopo un'attenta lettura delle fonti, non sono pronto a mettere la mano sul fuoco nè sulla tesi dei jet che hanno scaricato missili contenenti agenti chimici, nè sulla tesi che siano stati i ribelli ad inscenare l'attacco, nè che l'esplosione chimica si sia verificata a causa di un "normale" bombardamento di una fabbrica di pesticidi dalla quale sono fuoriusciti i gas in questione.

Semplicemente nessuna di queste tesi è correlata dal giusto corredo di prove imparziali. E guardate: per quanto possa sembrare "macabro" discuterne, non può essere eliminata dal tavolo la tesi che il bambino fotografato e messo in qualunque gallery dei vari media, non sia morto in un precedente bombardamento o non sia morto per effetto di altre cause.

Quello che ho detto è forte. Il mio stomaco si sta contorcendo mentre scrivo. La vita è un bene troppo "sacro" (non in senso religioso, per carità) per essere messo in discussione con questi toni, ma ahimè tocca farlo quando con certezza matematica esiste ed è gravissimo il problema delle fonti di informazione.

Chi cazzo sei, la Svizzera che non si schiera mai?

No. Quello che io mi auguro è un mondo meno dominato dalla pancia ma sempre più dalla ragione. Un mondo che non si schiera nell'immediato ma che si schiera dopo aver collezionato un quanto più ampio range di informazioni.

Guardate: c'è una buonissima probabilità che ad esempio, se vi inducessi ad utilizzare la logica e a dedurne un qualcosa, la storia dell'attacco chimico non è andata nemmeno un po' come Repubblica o il Corriere o il Fatto l'hanno raccontata in queste ore. Non che i fatti non siano avvenuti ma che quasi certamente non siano andati nel modo in cui a 2-3-6-12 ore dall'evento, ce li hanno raccontati senza metterci in guardia che viste le poche informazioni, la ricostruzione non poteva che essere soggetta ad interpretazioni varie.

E sempre utilizzando la logica e la deduzione potrei convincervi che i fatti non siano proprio accaduti, tanto per dire.

Esercitare un dubbio è cosa sacrosanta quando quel dubbio è legittimamente supportato da una serie di fattori come in questo caso la distanza terrena e temporale dall'evento, l'assenza di agenti terzi in grado di testimoniare etc. Ma in una maniera o nell'altra ce ne dimentichiamo.

Nessuno ha più dubbi. Mai. Ogni avvenimento diventa un fatto di orgoglio e di prevalenza di una tesi su un'altra.

E di mezzo ci vanno i bambini morti ieri ai quali non saremo in grado di raccontare oggettivamente quale fu la mano che interruppe i loro sogni e perchè.