Un bel giorno, nel bel mezzo del cazzeggio cronico, m'imbatto in un programma Tv nel quale si parla di un libro-testamento spirituale che Silvio Berlusconi avrebbe concesso al giornalista Alan Friedman.
Mosso da un effetto fionda gravitazionale che a confronto quello di The Martian pare una panda a gas al semaforo, in 3 nanosecondi ho già interrogato Google su sta storia.
Se Google avesse una voce e parlasse romanesco, la risposta alla mia ricerca sarebbe stata "Si zì, il libro ce sta. Però esce l'8 Ottobre. Oggi è er 20 Giugno.".
Ma l'estate passa presto e prima che qualche altra marchetta dello Stanlio del giornalismo italiano potesse riportare alla memoria st'appuntamento segnato sul calendario, s'è già fatto mercoledì 7 ottobre. Amazon, tramite un gentile operatore mi dice che il libro sarebbe stato disponibile per dispositivi Kindle già pochi minuti dopo la mezzanotte. Sicchè striscio virtualmente la Mastercard e tac: My Way è sul mio Ipad.
"Cazzo è il testamento spirituale di Silvio Berlusconi. Piaccia o non piaccia parliamo di un uomo da 8 miliardi di euro. Quando un uomo da 8 miliardi di euro, imprenditore ed ex-primo ministro, accetta di scrivere a 4 mani un libro del genere, il risultato non può che essere una bomba!"
Ecco a voi le mie aspettative su questo libro. Tutto molto bello direte voi. No. Manco per il cazzo.
My way è per il 70% uno spaccato inutile su Silvio Berlusconi. Prima del capitolo dedicato ai frenetici giorni del 2011, ciò che leggerete saranno le versioni sui fatti più importanti di cronaca giudiziaria e non che hanno riguardato Silvio Berlusconi in cui però, ovviamente, è riportata la sola versione di zio Silvio.
Silvio ci spiega che lui non ha mai tentato di pressare Montanelli nel '93. Ci dice che i soldi che provenivano dalle holding svizzere con la quale ha finanziato i suoi primi progetti edilizi, erano mascherati per mascherare gli imprenditori che a quei tempi erano nel mirino dei sequestratori della mafia. Giura di non aver mai scopato con Ruby. Che la legge Mammì non è arrivata tramite un giro di mazzette. E potrei andare avanti per un'altra decina di righe, se non fosse che mi stufo a leggere di ste storie. Figurarsi a scriverne.
Ricapitolando se avete intenzione di leggere questo libro e conoscete già un po' di cose su zio Silvio, datemi retta: saltate a piedi pari al capitolo dell'estate del 2011.
"Ok, va bene. Quindi mi stai dicendo che a questo punto le cose svoltano e che il libro riguadagna mordente, si?"
Ahm.......Non proprio.
O meglio. Lo fa, ma non è Silvio il protagonista. Il che non è terribile per i fatti che vengono narrati. Se non fosse che trovandoci a leggere la biografia ufficiale di Silvio da Arcore, COSA MINCHIA ME NE PUO' FREGARE DI QUANTO E' IDIOTA SARKOZY?
"Vabè ma non puoi capire storicamente Berlusconi senza sapere cosa è accaduto nel vertice di Cannes. Delle parole di Nicolas e di madame Bruni. Di quelle pronunciate da Obama. Delle occhiate di Zapatero a Barroso mentre Silvio rifiuta gli inviti sgarbati del Napoleone di stocazzo ad accettare il prestito del FMI".
Cara la mente mia: non porre in gioco obiezioni fintamente logiche. Dell'intrigo internazionale che pian piano si sta rivelando un fatto vero e non l'ennesima invenzione messa su da Silvio e dalle sue manie di persecuzione, sappiamo parecchio già da tempo. E lo sappiamo proprio perchè a rivelarcelo è stato un attento lavoro di fact-checking condotto dallo stesso autore di questo libro. Aiutato da un ex-primo ministro (Mario Monti) a cui non nessuno ha mai spiegato che un incontro privato e abbastanza segreto, deve restare tale anche nel tempo. Andare in giro a raccontare di trame filo-internazionali con te protagonista, fa del soggetto un coglione più che un super-eroe.
Sicchè obiezione respinta. E facendo così arriviamo all'ultimo 10% del libro con in tasca giusto qualche pagina di vicende narrate con ritmo e virgolettati abbastanza pesanti in termini geopolitici e nulla più.
Friedman, per quest'ultima parte di libro, capisce di essere stato abbastanza inutile e finalmente si dedica all'uomo Silvio Berlusconi. Ne è la riprova che i tempi verbali non sono più declinati al passato, ma narrano dei giorni della condanna definitiva di Silvio, narrata in presa diretta. O della cena di famiglia del Lunedì sera. O di un tour nella casa in Sardegna, tra gli 80 ettari della tenuta Berlusconi. Evviva Dio Alan! Sta venendo fuori lo "spirito" di Silvio Berlusconi.
Peccato che le tappate sull'ipad ci portano dritti dritti verso la fine del libro. In cui la ripetitività la fa da padrone. In cui, colui che in Tv ci va per dire che nel libro non troveremo mai un'opinione sul personaggio, trovano posto righe di rivalutazione politica che non ci sarebbe alcun male a scrivere, se perlappunto, non ti fossi intestato una battaglia di imparzialità.
Una serie di scatti della vita di Silvio Berlusconi ci portano verso il termine. Verso un amaro in bocca che non dimenticherò mai.
Verso la consapevolezza che tra qualche anno se ne sarà andato un uomo (uomo... e sottolineo UOMO) la cui vita è stata innegabilmente "eccezionale" o fuori dal comune, per fugare qualunque mia vicinanza alla sua causa politica, senza che NESSUNO ne abbia narrato in maniera seria sentimenti, animo e spirito.
Ciao Sì...
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