martedì 17 ottobre 2017

Raqqa è stata liberata - Fine del fenomeno ISIS?

Lo troverete scritto dappertutto nel corso delle prossime ore. Repubblica e Corriere nelle versioni online hanno la notizia della caduta dell'ex ormai capitale del Califfato in "prima pagina" (che poi: qual è l'equivalente della prima pagina per la versione online dei quotidiani???).

Ho coperto nel corso dei mesi la questione califfato con una lunga serie di post. Ho sempre sostenuto che essere a conoscenza di cosa accade nel ventre caldo del mondo islamico doveva ed essere una priorità per capire ciò che quel mondo poi esporta sotto forma di atti di terrorismo nelle nostre città.

Ora la capitale del Califfato è caduta in mano al controllo delle forze curde "backate" dagli Stati Uniti e dalla coalizione internazionale (nella quale ci siamo anche noi ma che fondamentalmente è composta perlopiù da artiglieri francesi a cui si sommano un po' di intelligence mondiale e qualche altra sporadica unità proveniente dal nostro continente).

La prima cosa che va detta e sottolineata è che Raqqa è caduta in seguito ad un "evacuation deal" siglato con gli ultimi miliziani rimasti in città. Un accordo dapprima negato dalle forze curde (in maniera anche forte con commenti e dichiarazioni dei vari spokesman) e poi implementato quando ormai era chiaro che circa 300 miliziani potevano essere eliminati fisicamente solo ad un prezzo in vite umane innocenti (human shields=scudi umani) troppo alto ed ingiustificabile agli occhi dell'opinione pubblica.



Immaginate uno stadio, anzi lo stadio delle esecuzioni pubbliche (teste tagliate, leoni del califfato aka bambini sotto i 10 anni di età con in mano una Glock puntata alla nuca dei prigionieri da giustiziare, lapidazioni etc) riempito con qualche migliaio di scudi umani ed un tot di miliziani. La tua fanteria non può nulla. Puoi soltanto bombardarlo e far morire tutti, scudi umani compresi, o proporre un accordo. Accordo che ai francesi pareva non andasse a genio in quanto tra i miliziani che in queste ore stanno lasciando Raqqa pare ci siano anche le menti dei vari attentati condotti sul suolo d'oltralpe negli scorsi anni. Non si sa molto di cosa è successo tra la fase dei musi storti e l'evacuazione di oggi. Probabilmente ai francesi sarà stato detto di non rompere più di tanto i maroni.



Ora: per quale motivo sto scrivendo questo blog che a parte qualche parola in più spesa qua e là nella cronostoria dell'evacuation deal non aggiunge molto altro a ciò che Repubblica e Corriere stanno scrivendo?

Semplice: avete presente la domanda nel titolo di questo post? Mi "arrogo" il diritto di poter rispondere a tale domanda. Come? Con un NO. Secco. Senza tanti giri di parole.

Tralasciando per un momento la questione ideologica legata all'ISIS (si...hai detto niente) ciò che è necessario capire è che esiste ancora una zona tra Siria ed Iraq in mano all'ISIS e nella quale si sono concentrati ormai da tempo tutti i miliziani rimasti in vita.


Il nero che vedete in quest'immagine è il territorio tutt'ora controllato dai miliziani del Califfo (che non abbiamo ancora capito se è in paradiso dalle sue 72 vergini o meno). Ora: tralasciando il nero di destra (zone per desertiche con al massimo 2-3 città un filo più grandicelle ma comunque nulla di non reclamabile con azioni militari non più lunghe di 1 settimana) è sulla zona di sinistra che bisogna spendere 2 parole.

Sulle rive dell'Eufrate l'Isis controlla ancora un buon numero di città nei pressi di quella che è la zona maggiormente ricca di petrolio dell'intera Siria. L'Eufrate stesso funge da barriera naturale che impedisce alle forze siriane backate da Russia Iran ed Hezbollah di ripulire l'area con la stessa facilità con la quale nei mesi scorsi, i siriani sono stati in gradi di ripulire la zona della Siria centrale.

In questa zona lo Stato Islamico è vivo e a quanto pare ancora al top del proprio "splendore". Da una serie di immagini pubblicate su alcuni account twitter si evince come la situazione ad Abu Kamal (città di confine e ultimo vero bastione del califfato) la vita scorre via come se nulla fosse (qui decidete voi da dove a dove ci vogliono le virgolette). Ciò che vi ho appena detto è importante perchè al contrario di quanto visto con Raqqa, Mosul e le altre città sottratte al Califfato nelle quali le strade erano vuote, la gente asserragliata in casa e tutti sembravano attendere l'attimo X nel quale i combattimenti sarebbero iniziati, ad Abu Kamal nulla di tutto ciò si sta verificando nonostante le operazioni siriane e quelle iraqene sono a non più di un centinaio di kilometri di distanza con la possibilità di portarsi ai confini cittadini in non più di 3 giorni.

I bombardamenti sulla città sono blandi e non si hanno notizie di tutte quelle misure attuate dallo stato islamico per rendere la battaglia urbana contro siriani, curdi od iraqeni più cruenta e difficile. Avrete sicuramente visto ad esempio, le immagini dei pozzi di petrolio dati alle fiamme per creare nuvole nere in grado di ostacolare, se non i jet militari (contro i quali queste azioni causano 0 problemi da ormai 20 anni) la fanteria di terra. Bene, laggiù non si hanno notizie di incendi, di teloni in grado di coprire le strade, di tunnel, di trincee urbane e quant'altro.

Direte voi: vabbè ma te liberano Raqqa e pensi a quel buco di culo laggiù?

Datemi retta. Quel buco di culo laggiù sarà molto ma molto più importante rispetto alle battaglie di Mosul e Raqqa perchè è in quel buco di culo che quasi certamente verranno dirottati i guerriglieri evacuati in queste ore. Ed è in quel buco di culo che ci sono tutte le teste al comando del Califfato oltre all'ufficio stampa che, seppur in forma ridotta rispetto al passato, continua a sfornare filmati di propaganda (più brevi e con meno effetti... a segnale del fatto che erano gli altri centri audiovisivi di Raqqa, Mosul, Dabiq etc i maggiori propagatori del verbo di al-Baghdadi).

Capire cosa la coalizione internazionale o la Siria (e quindi la Russia) intenderanno farre con Abu Kamal significa capire se c'è la reale volontà di eradicare dalla terra il Califfato e tutto ciò che esso ha rappresentato o se preferiremo fare altro, scaricandoci l'un con l'altro le colpe sulla mancata mazzata finale data agli omini neri.

Direte voi: ma per quale motivo non dovrebbero riconquistare quel buco di culo dopo aver condotto battaglie da migliaia di morti a Mosul e Raqqa?

Per lo stesso motivo per il quale a Raqqa si è preferito proporre l'evacuation deal piuttosto che bombardare gli ultimi miliziani. Ad Abu Kamal nel caso in cui le cose dovessero mettersi male, sia i curdi che i siriani potrebbero incontrare una sorta di nuovo Vietnam. Un perimetro urbano limitato nel quale vi sono le migliori forze del califfato a quel punto ancora più disperate e vogliose di combinare una carneficina.

E' per questo, che a mio parere, le azioni militari hanno quasi lasciato perdere l'ultimo bastione in mano all'ISIS.

Ho come la sensazione che qualora USA o Russia intervengano inoltre, lo scenario che potrebbe presentarsi potrebbe essere opposto rispetto alle mie stesse convinzioni. Ossia una città vuota con la maggior parte dei miliziani fuggiti tra i civili o "contrabbandati" alle spalle del fronte militare in azioni che l'ISIS ha dimostrato di saper portare a termine nonostante il monitoraggio costante condotto dai droni.

Questo è lo scenario peggiore che possa capitare. L'ISIS potrebbe rispuntare come un fungo in stile Marawi o Qaraytan in cui un tot di cellule dormienti o di evacuati da altri territori in maniera più o meno risaputa, un bel giorno si svegliano e riconquistano territorio.

Ciò di cui in questo momento abbiamo bisogno è uno "sterminio" totale di tutti coloro che hanno abbracciato l'ideologia dello stato islamico e che per esso hanno deciso di combattere. Solo in questo modo, come detto già in passato, saremo in grado di dimostrare che quell'ideologia è inconcludente, perdente e soprattutto destinata ad essere dimenticata dall'immaginario comune.

Per poter rispondere dunque alla domanda del titolo di questo blog bisognerà capire chi e cosa intenderà fare dell'ultimo bastione islamista dell'ei fu Califfato. Solo allora, qualora lo stato islamico dovesse perdere l'ennesima battaglia urbana, potremo dire che si, forse forse, il fenomeno ISIS è davvero giunto alla sua fine.


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